Chiesa di Santa Maria del Carmine | |
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Stato | ![]() |
Regione | Toscana |
Località | Pistoia |
Indirizzo | Piazza del Carmine |
Coordinate | 43°56′10.5″N 10°54′59.48″E |
Religione | cattolica di rito romano |
Titolare | Santa Maria del Carmine |
Diocesi | Pistoia |
Architetto | molteplici |
Stile architettonico | barocco |
Inizio costruzione | 1291 |
Completamento | restauro nel XX secolo |
La chiesa di Santa Maria del Carmine è uno dei pochi esempi di Barocco toscano a Pistoia.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Fu fondata assieme all'annesso convento del Carmine nel 1291 dai frati carmelitani. Nel Cinquecento fu completamente rimodellata nel gusto dell'epoca ad opera dell'architetto Antonio Arrighi che ne ampliò le dimensioni e provvide ad ornarla di stucchi.
Nel 1741 l'architetto pistoiese Raffaello Ulivi curò un ulteriore restauro in forme tardo barocche, preoccupandosi di nascondere la copertura con una grande volta e arricchendo l'interno, ridisegnato completamente, con opportuni inserimenti decorativi. La qualità delle decorazioni concepite in modo unitario con stucchi e affreschi nelle volte, dei fiorentini Vincenzo Meucci e di Tommaso Gherardini, ne fecero uno degli ambienti più pregevoli del tempo. Il risultato di tutti questi interventi che si sono succeduti nel tempo è un'armoniosa sintesi di elementi rinascimentali quasi originari con inserti settecenteschi in stile rococò e prezioso scrigno di opere ben conservate.
Chiesa e convento furono oggetto delle soppressioni napoleoniche nel 1803.
La chiesa, officiata fino al 1927, è stata oggetto di un attento restauro nel 2003. Dopo una scrupolosa indagine diagnostica si è intervenuti sia all'interno sia all'esterno dell'edificio. Sono stati ripristinati nelle cromie e nelle forme gli intonaci esterni, si è inoltre provveduto a realizzare interventi strutturali nella volta utilizzando fibre di carbonio e nelle capriate lignee servendosi di apparecchiature metalliche e protesi lignee.
Descrizione
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L'interno, a navata unica con cappelle, si presenta nel suo aspetto settecentesco completato dagli arredi originali coevi: a Vincenzo Meucci si devono le cornici in stucco della navata e i dipinti con il Riposo durante la fuga in Egitto, la Natività, l'Annunciazione, la Nascita della Vergine presenti nell'abside. A Tommaso Gherardini si devono i motivi nell'abside tratti dall'Antico Testamento.
Nella navata sono due altari laterali nei quali sono due pale di Pietro Marchesini: a destra una con Santi che venerano la Madonna col Bambino in un quadretto e a sinistra è un'altra raffigurante la Sacra Famiglia e Santi, entrambe probabilmente del 1740 circa.[1] Oltre alle pale d'altare, la chiesa conserva all'altare maggiore la tela attribuita a Francesco Lupicini con la Caduta della manna dipinta entro il 1625.
In chiesa è anche una tavola della Sacra Conversazione realizzata intorno al 1530 e attribuita all'artista pistoiese Leonardo Malatesta.
Sulla cantoria in controfacciata si trova l'organo a canne, inserito nella cassa del perduto strumento del 1746 (forse opera di Giovanni Paolo Micheli) e costruito nel 2007-2008 da Glauco Ghilardi utilizzando parte delle canne superstiti del demolito organo Tronci della pieve di Sant'Andrea (1840). A trasmissione integralmente meccanica, dispone di 18 registri su unico manuale con prima ottava scavezza, ed ha la pedaliera priva di registri propri.[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Alessandro Nesi, Riscoprendo l’Ortolanino, in“Tremisse Pistoiese” Anno XXI, n. 1-2, Gennaio - Agosto 1996, n. 14 a pag. 38.
- ^ L’organo di Glauco Ghilardi (2008) della chiesa del Carmine di Pistoia (PDF), su accademiagheradeschi.it. URL consultato il 21 dicembre 2018.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Paola Grifoni, Simone Martini, Francesca Nannelli, Alessandro Suppressa (a cura di), Restauro della Chiesa della Madonna del Carmine, Fondazione Cassa di risparmio di Pistoia e Pescia, 2005, SBN TSA0854253.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]Wikibooks contiene testi o manuali sulla disposizione fonica dell'organo a canne
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Fonte: scheda nei "Luoghi della Fede", Regione Toscana, su web.rete.toscana.it.