Asti



Asti
Cattedrale di Santa Maria Assunta
Stemma e Bandiera
Asti - Stemma
Asti - Stemma
Asti - Bandiera
Asti - Bandiera
Stato
Regione
Territorio
Altitudine
Superficie
Abitanti
Nome abitanti
Prefisso tel
CAP
Fuso orario
Patrono
Posizione
Mappa dell'Italia
Mappa dell'Italia
Asti
Sito del turismo
Sito istituzionale

Asti (Ast in piemontese) è una città del Piemonte.

Da sapere

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Ricca di monumenti del periodo medioevale, posta lungo la Via Francigena, Asti è la città natale di Vittorio Alfieri. È conosciuta in tutto il mondo per i suoi vini, in particolare i rossi come la Barbera, nonché per l'Asti spumante. Ogni anno, a settembre, si svolge ad Asti una serie di eventi che costituisce il cuore dell'identità storica della città e del suo legame con il territorio: la Douja d'Or, uno dei concorsi enologici più importanti d'Italia, il Festival delle Sagre, "grande ristorante" a cielo aperto in cui le cooperative dei vari paesi limitrofi servono i piatti della tradizione astigiana, e il Palio, manifestazione tra le più antiche d'Italia che, dopo una ricca sfilata in costumi medioevali, culmina con una corsa di cavalli montati "a pelo" (senza sella).

A partire da giugno 2014, i paesaggi vitivinicoli del Monferrato astigiano sono stati iscritti, insieme al resto del Monferrato e alle regioni di Langhe e Roero, nella lista del Patrimonio dell'Umanità Unesco, divenendo così il 50° sito Unesco in Italia. Asti ospita inoltre la sede dell'istituzione destinata a monitorare il sito Unesco, la Associazione Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato.

Cenni geografici

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Situata a 123 m sul livello del mare (altezza min 110 m - max 295 m), Asti si trova a circa 50 chilometri a sud-est di Torino, nella media valle del Tanaro, presso la confluenza con il torrente Borbore, a metà fra Monferrato settentrionale e meridionale. Poco più di 100 km la separano da Milano e da Genova. La città sorge in mezzo a celebri colline, il Monferrato astigiano, la Langa astigiana e il Roero, note in tutto il mondo per i loro vini e incluse il 22 giugno 2014, durante la 38ª sessione del comitato UNESCO a Doha, nella lista dei beni del Patrimonio dell'Umanità.

Quando andare

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Le stagioni migliori per visitare la città e i suoi dintorni sono senza dubbio la primavera e l'autunno per via degli spettacoli offerti dalla natura e per la ricchezza delle manifestazioni organizzate in questi periodi.

La temperatura media generale annuale è 13 °C: il mese più caldo è luglio (+24 °C), mentre quello più freddo è gennaio (+1 °C). I mesi più piovosi sono aprile e novembre, mentre quelli più secchi sono gennaio e agosto (talvolta luglio).

Reperto Museo Sant'Anastasio

Cenni storici

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La città, di origini liguri, fu edificata dai romani con il nome di Hasta Pompeia. Di quest'epoca, Asti presenta resti di un certo rilievo, risalenti per lo più al I secolo d.C: alcuni tratti delle mura, la torre Rossa o torre di San Secondo, la Domus romana di Via Varrone, i resti dell'anfiteatro romano in V. Massimo d'Azeglio, nonché un'area pavimentata con lastre di pietra rettangolari, riferibile al foro di Asti. Quest'ultimo ritrovamento è visitabile nel Museo di S. Anastasio, insieme ad altri elementi del museo: oltre a vari altri materiali di recupero presenti nella cattedrale, si segnala l'interessante lapide funeraria di Lucio Campio, che presenta un coniglio (lepre) nell'atto di rosicchiare un grappolo d'uva, dettaglio che rimanda alla lunga affinità storica fra questa regione e la coltura della vite.

L'aspetto predominante di una visita riguarda però il periodo medioevale della città. Le chiese, le torri, le caseforti raccontano di un passato glorioso: la città era nota come "città delle cento torri", numero addirittura superato nella realtà, dal momento che la documentazione ha permesso di ricostruire l'esistenza di 120 torri. Nel Medioevo, Asti è conosciuta a livello europeo come realtà mercantile e finanziaria di notevole rilievo. Risalgono a questo periodo le casane astigiane, istituti di credito su pegno. Nel Medioevo, le famiglie nobili si scontrarono spesso tra loro a causa della lotta tra guelfi e ghibellini. La fazione guelfa astigiana era capeggiata dai potentissimi Solaro, appoggiati dalle famiglie dei Malabayla, Garretti, Troja, Falletti, Ricci, Damiani. La fazione ghibellina, capeggiata dai Guttuari, Turco e Isnardi che insieme formavano il Consorzio dei De Castello, era sostenuta dagli Alfieri, Coppa, Scarampi, Catena, Buneo, Cacherano. Le famiglie dei Roero e dei Pelletta erano addirittura divise internamente. Nel 1312 il Comune di Asti si sottomise spontaneamente alla protezione del re di Napoli Roberto d'Angiò, passando nel 1379 sotto il controllo di Giangaleazzo Visconti, il quale la costituì in contea e nel 1387 la cedette ai duchi d'Orleans, quale dote per sua figlia Valentina Visconti.

Nel 1531 la Contea di Asti venne ceduta ai Savoia dall'Imperatore Carlo V. Da allora Asti seguì il destino del Ducato di Savoia, che divenne "Regno di Sardegna" nel 1720. Del periodo barocco restano numerosi edifici progettati da Benedetto Alfieri, prima consigliere e poi sindaco della città dal 1726 al 1730. Lungo la ex Via Maestra, oggi Corso Alfieri, si fanno notare per la loro imponenza Palazzo Mazzetti, Palazzo Ottolenghi, Palazzo Alfieri, e nei pressi di Piazza Catena l'ex Convento della Consolata e il Seminario vescovile.

Nel luglio del 1797 Asti fu teatro della "Rivoluzione Astese", violenta sommossa causata dall'aumento dei prezzi del grano, e fu proclamata la Repubblica Astese da Secondo Arò, Felice Berruti, Gian Secondo Berruti e Gioachino Testa. La Repubblica ebbe tuttavia solo tre giorni di vita e gli insorti furono fucilati.

Dal 1800 al 1805 Asti divenne capoluogo del dipartimento francese del Tanaro.

Sotto il Fascismo, nel 1935 Asti fu riconosciuta capoluogo di provincia, staccandosi da Alessandria. Al periodo fascista risalgono molti edifici tuttora visibili: la Casa del Fascio (1934-35) sopra Piazza Campo del Palio, il Monumento ai caduti (1930) di Piazza I Maggio, la Stazione ferroviaria, il Mercato coperto (1925) di Piazza Libertà, il Palazzo I.N.A di Piazza San Secondo, l'edificio della Camera di Commercio di Piazza Medici.

Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, Asti e il Monferrato vissero in pieno la guerra di resistenza, i bombardamenti anglo-americani, la guerriglia partigiana, la persecuzione degli ebrei, le deportazioni e i rastrellamenti.

L'alluvione del 4 settembre 1948 colpì gravemente la città e fu causata dall'esondazione del Borbore, del Tinella e del Tanaro a seguito di violenti nubifragi.

Negli anni del boom economico, Asti ha conosciuto il fenomeno dell'immigrazione dal Sud Italia, legata all'industria automobilistica in pieno sviluppo, in seguito al quale la città si è accresciuta notevolmente verso le zone periferiche.

L' alluvione del 6 novembre 1994 ha nuovamente messo in ginocchio la città, che ha però saputo prontamente riprendersi.


Come orientarsi

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Mappa a tutto schermo Asti

La stazione ferroviaria è situata a sud del centro storico, a poche centinaia di metri da esso. Usciti dalla stazione, andando diritti lungo la piazza antistante, Piazza Marconi, si arriva in Via Cavour che conduce in Piazza San Secondo, zona pedonale, dove sorgono la chiesa del patrono della città e il Municipio. Svoltando a destra in Via Garibaldi, si arriva in Piazza Alfieri. Esattamente di fronte, sotto i portici del più moderno Palazzo della Provincia, si trova l'ufficio del turismo (tel:+390141530357). Se invece si attraversa Piazza San Secondo, percorrendo poi Via Palazzo di Città o Via Gobetti si giunge in Corso Alfieri: la più importante e conosciuta via della città, la Contrada Maestra, già decumano massimo dell'epoca romana, che la attraversa da est a ovest. Di qui, andando a destra si giunge in Piazza Alfieri e proseguendo lungo il corso si arriva, dopo circa 800 m, percorribili in una decina di minuti, al Complesso del Battistero di San Pietro. Se invece si attraversa il corso e si imbocca Via Della Valle, si giunge dopo appena 50 m in Piazza Medici, dove sorge la Torre Troyana. Svoltando invece a sinistra lungo il corso, dopo circa 300 m si arriva in Piazza Roma. Poco più avanti, sulla destra si incontra Palazzo Mazzetti, che ospita la Pinacoteca. Dopo una cinquantina di metri, sul lato opposto del corso c'è Palazzo Ottolenghi, sede del Museo del Risorgimento, e proseguendo, dopo altri 150 m, si arriva alla casa natale di Vittorio Alfieri, situata all'angolo con Piazza Cairoli, da cui parte Via Caracciolo che sbocca in Piazza della Cattedrale. Continuando ancora lungo Corso Alfieri si arriva alla Torre Rossa, che segnava l'antico limite occidentale della città romana.

Quartieri

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La città è divisa in 6 "Rioni" - i quartieri all'interno della prima cerchia delle antiche mura duecentesche detta "recinto dei nobili" - e in 8 "Borghi", compresi in origine all'interno della seconda cerchia delle mura trecentesche detta "cinta dei borghigiani". Queste 14 entità, ognuna con un proprio statuto ed ordinamento, partecipano alla vita sociale e religiosa della città che culmina nei festeggiamenti patronali di san Secondo e nella corsa dell'antico Palio.

Parcheggi

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  • 44.89758.2088891 Piazza Campo del Palio (Utilizzabile in parte il mercoledì e il sabato per mercato settimanale. Non utilizzabile, a inizio maggio, il giorno della Fiera di Asti, la seconda domenica di settembre per il Festival delle Sagre e in caso di altre manifestazioni.). 0,80 €/h.
  • 44.8997978.2079932 Piazza Alfieri (Non utilizzabile il mercoledì e il sabato per mercato settimanale, nel periodo del Palio per allestimento pista e tribune e in caso di altre manifestazioni.). a pagamento.
  • 44.9020278.2103223 Ex Caserma "Colli di Felizzano", Corso Alfieri (Comodo per la visita al Complesso del Battistero di San Pietro. Davanti alla sede dell'Università.). A pagamento, e in parte libero. Ingressi da Corso Alfieri, Via Bocca e Via Arò.
  • 44.8971698.2113434 Babilano, vicino a Piazza Leonardo Da Vinci. parcheggio libero/ e a disco orario.
  • 44.904268.222695 Piazza d'Armi, Viale Pilone. parcheggio libero.
  • 44.8972118.2165286 ex area Way Assauto, Corso Pietro Chiesa. parcheggio libero.
  • 44.8962618.1998547 Piazza San Giuseppe e zone limitrofe. parcheggio a pagamento.
  • 44.898278.1927668 Parcheggio Piscina Comunale, Via Gerbi. parcheggio libero.
  • 44.8953498.1872179 Cimitero Urbano, Viale Don Bianco. parcheggio libero.
  • 44.8917448.2064810 Supermercato Lidl, Corso Venezia 93. parcheggio libero.
  • 44.9017938.19076911 Supermercato Pam, Corso Torino 30. parcheggio libero.
  • 44.9061488.18376312 Supermercato Esselunga, Corso Ivrea. parcheggio libero.
  • 44.9158928.2226513 Supermercato Esselunga, Corso Casale 319. parcheggio libero.


Come arrivare

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In aereo

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Dagli aeroporti si può raggiungere la città noleggiando un'auto, utile poi per visitare la campagna astigiana, o tramite navette e treno.

In auto

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  • Lungo l'autostrada Torino - Brescia uscite Asti Est e Asti Ovest.
  • strada statale 231 da Ventimiglia, Cuneo, Bra e Alba.
  • strada statale 457 da Vercelli e Casale Monferrato.
  • strada statale 458 da Ivrea e Chivasso.
  • strada statale 10 da Torino e Alessandria.


In treno

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La stazione FS di Asti si trova sulla linea Torino-Alessandria-Genova. I collegamenti con Torino ed Alessandria sono frequenti, ogni 30 minuti, quelli con Genova ogni 60 minuti. Da Milano occorre cambiare ad Alessandria o Voghera.

In autobus

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Come spostarsi

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Nel centro storico è consigliabile spostarsi a piedi.

Con mezzi pubblici

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Il trasporto pubblico urbano è gestito dall'azienda ASP. Le linee degli autobus sono 7 e raggiungono le diverse parti della città e le frazioni. Il servizio inizia alle 6:30 e termina alle 20:30, seguendo l'orario invernale e l'orario estivo. Il biglietto di corsa semplice costa 1 € e ha la durata di 1 ora. È possibile acquistare un carnet di 10 biglietti al costo di 8 €. È altresì possibile acquistare al costo di 5 € un buono giornaliero Park & Ride che consente il parcheggio, nelle aree a pagamento per l'intera giornata, e dà un biglietto bus giornaliero. Per orari e linee si faccia riferimento al sito dell'ASP. Esiste una rete di autobus extra urbani che collega la città ai paesi della provincia. La partenza è da Piazza Medaglie d'Oro, nei pressi della stazione ferroviaria.

In taxi

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I taxi si trovano fuori dalla stazione ferroviaria, in Piazza Guglielmo Marconi 8, prenotabili tramite il numero telefonico +39 0141 592722.


Cosa vedere

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Asti presenta numerosi monumenti di interesse storico-artistico di epoche diverse e vari itinerari possibili, in città e nella natura. La cucina locale, basata sui piatti della tradizione, e i vini del territorio rendono ancora più piacevole il soggiorno, che può durare solo una giornata, per chi ha poco tempo, o più giorni per conoscere meglio ciò che il territorio ha da offrire e rilassarsi in uno dei tanti agriturismi della campagna astigiana.

Chiese

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Cattedrale di Santa Maria Assunta
  • 44.900668.197961 Cattedrale di Santa Maria Assunta, +39 0141 592924. Ingresso gratuito. 8:30-12:00 e 15:00-17:30. La Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Gottardo è il principale luogo di culto cattolico di Asti, situata in Piazza Cattedrale. Una delle più grandi chiese del Piemonte, costituisce la massima espressione dell'architettura gotica della regione ed è uno dei più significativi esempi di gotico lombardo di tutto il nord Italia. È probabile che la sua prima costruzione risalga al V-VI secolo. Nel 1095, a seguito dell'incendio del 1070 che causò il crollo dell'edificio, fu consacrata da papa Urbano II la nuova cattedrale, in stile romanico-lombardo. Tra il XIII e il XIV secolo la costruzione fu ampliata e completata arricchendola di varie opere, tra cui il grandioso portale laterale in stile gotico fiorito. Nei secoli successivi l'edificio subì vari rimaneggiamenti, legati alle mode stilistiche del momento, che hanno alterato la purezza dello stile gotico. All'interno si trovano l'altare centrale di Benedetto Alfieri (XV-XVI secolo), varie opere di Guglielmo Caccia detto il Moncalvo (XVI-XVII secolo) e di Gandolfino da Roreto, tra cui la Madonna del "Banchiere" e lo Sposalizio della Vergine (XVI secolo).
Chiesa di Santa Caterina
  • 44.8985038.1956362 Chiesa di Santa Caterina, Corso Alfieri 424, +39 0141 592428. ingresso gratuito.. L'attuale costruzione della chiesa di Santa Caterina, sorta al posto della chiesa romanica di San Secondo della Torre Rossa, risale al XVIII secolo ed è dedicata a S. Caterina di Alessandria. In stile barocco, con elementi neoclassici, presenta una facciata in cotto e intonaco di calce, con un timpano triangolare sostenuto da colonne corinzie. Dalla pianta ovale si dipartono a raggiera quattro cappelle. Pregevole è il grande dipinto raffigurante Santa Caterina, San Secondo e i sette santi fondatori dell'Ordine Servita al cospetto della Vergine. Al centro s'innalza la cupola ed il cupolino, che arriva ad un'altezza di 35 metri. Chiesa di Santa Caterina (Asti) su Wikipedia chiesa di Santa Caterina (Q3672899) su Wikidata
Facciata della chiesa di San Paolo
  • 44.897618.204533 Chiesa di San Paolo, Via XX Settembre (vicino a Via Cavour), +39 0141 53477. ingresso gratuito. La chiesa di San Paolo sorge in Via XX Settembre, antica Contrada Carrera, nel rione omonimo. In stile barocco, fu edificata dai Padri Filippini alla fine del 1700 nei pressi di un'antica chiesa del XIII secolo, già dedicata a San Paolo. La facciata è in cotto e presenta un timpano sorretto da quattro paraste. L'interno, ad un'unica navata, è arricchito da un affresco della fine del ‘700 di Carlo Gorzio di Moncalvo raffigurante la conversione di San Paolo, dalla tela della Vergine del Rosario, probabile opera della scuola del Moncalvo, dal gruppo ligneo scultoreo di Sant'Anna e Maria bambina attribuito a Giovan Battista Bonzanigo, nonché dal gruppo scultoreo di Gesù crocifisso, con Maria e San Giovanni, del XVI secolo, proveniente dall'antica chiesa. Chiesa di San Paolo (Asti) su Wikipedia chiesa di San Paolo (Q3671533) su Wikidata
Facciata della chiesa di San Martino
  • 44.898438.20054 Chiesa di San Martino, Piazza San Martino, +39 0141 557185. ingresso libero. La chiesa parrocchiale intitolata a S. Martino, vescovo di Tours, sorge sull'omonima piazza, uno degli spazi barocchi più belli della città. Già citata in una permuta di beni nell'886 d.C., era considerata per importanza la terza chiesa di Asti, dopo la Cattedrale e la Collegiata di San Secondo. Nei secoli ha subito vari passaggi tra ordini religiosi e numerose modifiche, fino ad arrivare alla fine del 1600, quando la costruzione trecentesca, a tre navate, fu demolita e ricostruita in stile barocco con un'unica navata, un'ampia zona presbiteriale e numerose cappelle laterali. All'interno sono degni di nota gli affreschi di Giovanni Carlo Aliberti, il bel crocefisso settecentesco in legno sull'altare maggiore, probabile opera della bottega astigiana del Bonzanigo, e la pregevole sagrestia con arredi in noce del settecento, opera di Antonio Manzone. La torre campanaria del XIV secolo, unica costruzione rimanente dell'antica chiesa, è stata innalzata di un piano nella seconda metà del XVIII secolo. Chiesa di San Martino (Asti) su Wikipedia chiesa di San Martino (Q3671017) su Wikidata
M. Pittatore Santa Zita
  • 44.901618.203695 Chiesa di San Silvestro, Via F. Morelli 13 (vicino a Piazza Medici), +39 0141 530760. ingresso libero. La chiesa di San Silvestro sorge nel rione omonimo, uno dei più antichi della città. Le sue origini risalgono ai primi decenni dell'XI secolo ed è intitolata a San Silvestro Papa. Nel corso dei secoli ha subito numerose modifiche, fino alla ricostruzione della seconda metà dell'ottocento, in stile barocco, che l'hanno portata ad essere come la vediamo oggi. Al suo interno è possibile ammirare molti affreschi, fra i quali si segnalano quelli di Michelangelo Pittatore. Chiesa di San Silvestro (Asti) su Wikipedia chiesa di San Silvestro (Q3672049) su Wikidata
Chiesa di San Rocco
  • 44.895688.200316 Chiesa di San Rocco. La chiesa di San Rocco sorge nel borgo omonimo, a sinistra della vecchia porta di San Martino, al posto di una più piccola chiesa dell'antica contrada dei filanti. L'attuale edificio, risalente al 1720, fu realizzato su progetto dell'architetto Carlo Giulio Quadri ed è in stile barocco. L'interno presenta un'unica grande navata con cupola e cappelle laterali che ospitano numerose opere tra le quali il Cristo alla Colonna di C.G. Plura, statua lignea a grandezza d'uomo. Nei secoli la chiesa ha subito vari danneggiamenti e restauri: nel 1793 fu scelta come luogo per ospitare i soldati francesi prigionieri, nel 1800 fu usata dalle truppe austriache, mentre nel 1943 e nel 1994 è stata colpita da due alluvioni. La chiesa era la sede della confraternita dei Battuti Verdi. Chiesa di San Rocco (Asti) su Wikipedia chiesa di San Rocco (Q3671861) su Wikidata
Chiesa SS.Trinità
  • 44.8971118.2055337 Chiesa confraternita della SS. Trinità e Sant'Evasio, Via Cavour. ingresso libero. La chiesa della Confraternita della Santissima Trinità e Sant'Evasio sorge su una preesistente costruzione medioevale e l'aspetto attuale risale alle modifiche barocche della seconda metà del 1700 e ai rimaneggiamenti del 1851. L'interno, a una sola navata, con soffitto a botte e con due cappelle laterali, presenta numerosi affreschi del XVIII secolo, mentre fra le statue si segnala quella del Redentore del Bonzanigo. La chiesa è tuttora la sede della Confraternita dei Battuti Rossi, l'unica ancora attiva ad Asti. Nata prima del 1570, la confraternita si occupava anche dell'attiguo ospedale dei Pellegrini di Sant'Evasio. A ricordo dell'antica tradizione paliofila della confraternita, documentata al 1648, nel periodo del Palio (terza domenica di settembre), viene esposto un quadro ex voto datato 1677, che rappresenta la più antica raffigurazione iconografica della "corsa alla lunga", cioè del Palio che si svolgeva lungo la Contrada Maestra, l'attuale Corso Alfieri. Chiesa della Confraternita della Santissima Trinità e Sant'Evasio su Wikipedia chiesa della Confraternita della Santissima Trinità e Sant'Evasio (Q3667850) su Wikidata
Chiesa Consolata e Monastero
  • 44.9012758.2026448 Chiesa della Consolata, V. Orfanotrofio all'angolo con V. Hope. ingresso libero. La chiesa di San Teobaldo, detta della Consolata, sorge a poca distanza dalla chiesa di S. Silvestro, accanto all'ex monastero cistercense, divenuto nel 1803 casa delle orfane e sede oggi di una scuola dell'infanzia. Documenti del 1801 di S.G. Incisa parlano del complesso esistente nel XVII secolo. Nella prima metà del 1700, il monastero fu ricostruito in stile barocco e l'interno, che ancora conserva lo scalone settecentesco che porta ai piani superiori, fu totalmente modificato nel XIX secolo. Anche la chiesa ha subito nel settecento dei rimaneggiamenti, acquistando la facciata neoclassica attualmente visibile, mentre al 1995 data il restauro dell'edificio e del campanile. L'interno ad una sola navata, con soffitto a botte e due cappelle laterali, presenta un pregevole altare in stile rococò. Chiesa e monastero della Consolata su Wikipedia chiesa e monastero della Consolata (Q3674399) su Wikidata
Collegiata di San Secondo
  • 44.89938.205099 Collegiata di San Secondo, Piazza San Secondo, +39 0141 530066. Lun-Dom 10:45-12:00 e 15:30-17:30. La Collegiata di San Secondo è uno degli esempi romanico-gotici più importanti di tutto il Piemonte. Situata nell'omonima piazza nel cuore della città. la basilica è dedicata a San Secondo, il patrono della città, le cui ossa sono contenute nel reliquiario cinquecentesco situato all'interno della cripta. Il 25 settembre del 1993 fu visitata da Giovanni Paolo II. La facciata si presenta austera, in linea con l'architettura medievale, anche se la sua costruzione risale al XV secolo. Suggestivi sono i pinnacoli e la croce in ferro battuto, testimonianza dei restauri ottocenteschi. L'interno si presenta come un ambiente unitario e privo di aggiunte stilistiche ulteriori. Di particolar pregio sono alcuni dipinti di Gandolfino d'Asti (l'adorazione dei magi) e il crocifisso ligneo posto sull'altare, opera di Giuseppe Badarello. Si segnala inoltre una Madonna del Rosario di scuola del Moncalvo. Di grande pregio è il coro, i cui stalli sono in noce intagliato del XVII secolo (opera firmata dal Bonzanigo e datata 1702). L'ultimo restauro risale al 1980 da parte della famiglia Mascioni. Collegiata di San Secondo su Wikipedia collegiata di San Secondo (Q3682905) su Wikidata

Edifici laici

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Edifici medievali

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  • 44.8974468.20414910 Palazzo Catena, Via XX Settembre 16 (poco lontano dalla chiesa di S. Paolo). Palazzo Catena è uno dei più antichi edifici di Asti: risale al periodo medioevale e si dice sia stato abitato da Iginia d'Asti, protagonista dell'omonima tragedia di Silvio Pellico. Gli storici astigiani non sono d'accordo sul succedersi dei vari proprietari: il canonico Incisa nel 1815 attribuisce la proprietà ai Solaro, mentre il Gabiani, nel 1900, parla di proprietà della famiglia Catena, da cui il nome dell'edificio, e infine ulteriori studi del 2004 indicano ancora altri proprietari. Dal punto di vista architettonico presenta due bracci ortogonali, quello più antico (XXIII secolo) interno e quello parallelo a V. XX Settembre, ricavato da edifici preesistenti, uniti da una torre. La facciata presenta una tipica entrata "ogivale"con quattro cornici in "cotto" ed arenari alternati e un fastoso cornicione di formelle in cotto simulanti archetti trilobi, e recanti simboli zodiacali, astrologici e apotropaici, unico per la città. La torre corrispondente a circa un terzo della facciata sul lato est, verso la chiesa di S. Paolo, molto probabilmente presentava aperture a bifora, ma nel corso del XV secolo, venne "abbassata" ed "uniformata" al resto della costruzione.
    Attualmente al piano terra del palazzo si trova " La vie en rose", negozio di arredo ed oggettistica provenzale, con annesso locale ristoro (riservato a soci), dal quale è possibile ammirare particolari architettonici dell'epoca medioevale della costruzione.
    Il palazzo è di proprietà privata.
    Palazzo Catena su Wikipedia Palazzo Catena (Q3889820) su Wikidata
  • 44.8997588.19802211 Palazzo Zoya, Via Carducci 65. Il Palazzo Zoya è un bell'esempio di casaforte, appartenuto alla famiglia Zoya, che sviluppò l'attività casaniera nel ‘300, in Savoia e per questa attività subì un processo per usura nel 1356. L'edificio nacque dall'accorpamento, alla fine del ‘200, di altre costruzioni medioevali preesistenti, che vennero unite tra loro e innalzate di un piano. Furono costruite sei grandi finestre monofore, tre delle quali ornate in cotto e laterizi alternati. Nel ‘500 fu ristrutturato il piano nobile, con innalzamento delle volte e pittura dei soffitti lignei secondo i canoni rinascimentali e fu costruita, internamente, la loggia a doppio ordine di arcate. Il portale centrale è seicentesco mentre le aperture laterali più basse davano accesso nel medioevo al "fondaco", gli ampi locali seminterrati che nelle residenze mercantili fungevano da magazzini. Pregevole è il cornicione in cotto presente sulla facciata. Palazzo Zoya su Wikipedia Palazzo Zoya (Q3891126) su Wikidata
  • 44.8994448.20388912 Palazzo del Podestà (Palazzo del Comune), via Incisa angolo via dei Cappellai (presso piazza San Secondo, dopo il bar Lo Stregatto). Il Palazzo del Podestà è tra gli edifici medioevali più belli, il suo nome deriva erroneamente dal Gabiani, che, documentatosi sugli scritti del canonico Incisa, considerò il palazzo come abitazione dei podestà in epoca comunale. In realtà, i podestà dimorarono o in case private o nella Casa del Popolo, a fianco della Collegiata di S. Secondo. Sorto nel XIII secolo, probabilmente come terzo palazzo comunale, dopo quello costruito nei pressi della cattedrale e quello accanto alla Collegiata di S. Secondo, corrispondente all'attuale Palazzo Civico, fu utilizzato come magazzino del "mercato del santo" e sede di rappresentanza, quando molte delle funzioni della città vennero spostate presso l'odierna Piazza S. Secondo, allora anche piazza del mercato. Nei secoli XV e XVI fu sede del comune. Nel XVIII secolo ospitò la segreteria del Collegio Notarile, da cui il nome Palazzo dei Notai. Dal 1810 cessò di essere proprietà comunale. Dal punto di vista architettonico, presenta la struttura tipica della casaforte, anche se l'aspetto attuale risente di numerose modifiche subite dalla costruzione medioevale iniziale. È un massiccio quadrilatero a base trapezoidale con un piano interrato e tre sopraelevati di epoche diverse. L'ultimo, infatti, deriva dalla sopraelevazione della merlatura e della costruzione del tetto. Al pianterreno presenta finestre monofore, mentre al piano nobile sono bifore. Due ingressi a tutto sesto, con ghiera bicolore bianco-rossa, consentivano l'ingresso nel palazzo. All'interno, un robusto pilastro quadrato in laterizio funge da supporto alle volte a crociera. Il piano interrato, che secondo il Bera, doveve servire come magazzino del sale o del grano del comune, è oggi occupato da Ristorante Il Podestà. Palazzo del Podestà (Asti) su Wikipedia Palazzo del Podestà (Q3891327) su Wikidata
  • 44.8990358.20430313 Palazzo Antichi Tribunali, All'angolo est tra Piazza San Secondo e Piazza Statuto. La sua costruzione si fa risalire alla prima metà del XIII secolo, anche se le informazioni storiche sono molto scarse. Il palazzo era sede dei processi nelle controversie giudiziarie e, molto probabilmente, anche delle prigioni. Costituiva, assieme al complesso del Comune sito di fronte, l'area dei palazzi istituzionali della città. Dell'originaria struttura restano il portico, sebbene molto rimaneggiato, e due piani con ampie finestre decorate in cotto e arenaria.
Palazzo Verasis Asinari
  • 44.9014448.19961114 Palazzo Verasis-Asinari, Via Natta 22. Il palazzo risale al XIV secolo e faceva parte di un complesso edilizio più vasto di architettura gotica, comprendente le vie Cattedrale, Giobert, Natta e Milliavacca, del Recinto dei Nobili. La costruzione in arenaria e mattone presentava, a sinistra del portone, una torre, attualmente non più visibile. Al piano nobile si aprono finestre "crociate" rinascimentali, simili a quelle di Palazzo Mazzola, risalenti alla ristrutturazione avvenuta in tale periodo, che ha visto anche la creazione del porticato interno. Attualmente l'edificio è di proprietà del Comune di Asti che lo utilizza come sede dell'Istituto di musica "G. Verdi". Palazzo Verasis-Asinari su Wikipedia Palazzo Verasis-Asinari (Q3891052) su Wikidata
  • 44.8983098.20308315 Casaforte dei Roero di Cortanze, Via Quintino Sella 21, angolo Via San Martino. Sorge di fronte a Palazzo Gazelli ed apparteneva ad uno dei rami della potente famiglia dei Roero, le cui proprietà andavano dall'astigiano alle Langhe, nella zona che proprio dalla famiglia ha preso il nome di "Roero". L'antica casaforte, la cui costruzione risale alla prima metà del XIII secolo presenta due piani delimitati dal marcapiano, eleganti bifore con decorazioni in cotto e arenaria e colonnina centrale con capitello a foglie d'acanto. La massiccia torre angolare misura 7,50 m di lato e fu abbassata probabilmente nel XVIII secolo. All'interno, di particolare interesse è un ambiente con volte a sesto acuto delimitate da costoloni cilindrici tipici dell'architettura medievale del duecento.
Torre dei Roero di Monteu
  • 44.897898.20023916 Casaforte dei Roero di Monteu, Via Roero, angolo Piazza San Martino. Il nucleo originale del complesso era costituito da tre edifici della metà del XIII secolo, che avevano l'ingresso sul vicolo che li separava dalla chiesa di San Martino, a quel tempo con la facciata rivolta verso i palazzi. La costruzione della torre di 7,50 m di lato, alta probabilmente 37 metri, oggi abbassata al livello del palazzo, risale alla fine del XIII secolo. Al di sopra dell'ingresso ad arco ogivale in cotto e arenaria, si aprivano delle finestre bifore, anch'esse decorate e con la lunetta superiore dipinta, delle quali oggi si conserva solo quella dell'ultimo piano. Pregevole è, all'interno dell'edificio, il bellissimo soffitto ligneo a cassettoni dipinto con scene di giostre aventi come protagonisti i cavalieri Roero. Nel periodo napoleonico il palazzo divenne sede della prefettura e nel 1804 ospitò papa Pio VII in viaggio verso la Francia per incoronare Napoleone Bonaparte imperatore dei francesi.
Piazza Roma e Torre Comentina sullo sfondo
  • 44.8994448.20138917 Torre Comentina, Piazza Roma angolo Corso Alfieri. La torre arrivata intatta fino a noi, è situata nel rione San Martino-San Rocco. È la seconda torre civica della città, misura alla base 3,32 metri per lato, mentre la sua altezza è di 38,55 metri. Essa termina con una terrazza con merlatura ghibellina a coda di rondine e presenta una decorazione sottostante con un doppio ordine di archetti in cotto e arenaria. Le finestre ogivali che si aprono sui quattro lati, all'ultimo ordine sono decorate con lo stesso motivo cromatico degli archetti sovrastanti. Per il tipo di struttura e di decorazione, la torre è datata alla seconda metà del XIII secolo. Il suo nome deriva dagli studi del Gabiani che ne attribuì la costruzione alla famiglia Comentina, mentre le ricerche più recenti del Bera la indicano come proprietà della potente famiglia ghibellina dei Gardino, che aveva nella zona la propria contrada. Torre Comentina su Wikipedia Torre Comentina (Q3995169) su Wikidata
Torre e Palazzo Gazelli
  • 44.8979448.2012518 Torre e Palazzo Gazzelli, Via Quintino Sella 46, angolo via San Martino (tra Piazza Statuto e Via Roero), +39-348-7152273. L'attuale complesso appartenuto ai "Ponte di Lombriasco", poi ai "Cotti di Ceres", poi dal 1840 ai "Gazelli di Rossana", ed ora di proprietà privata, comprende un insieme di immobili la cui origine medioevale è evidenziata dalla conformazione dei muri del piano terreno, dalle volte e dalla presenza della robusta torre duecentesca mozzata a base quadrata di 8 metri di lato, ora alta 24 m, ma in origine alta 38 m. Le origini dell'edificio sono però molto più antiche in considerazione delle tracce di muri romani presenti nelle cantine. Il complesso attualmente esistente si compone del palazzo ristrutturato a metà del ‘700 su disegno di Benedetto Alfieri e del palazzo attiguo, sempre di origine medioevale, modificato a metà dell'800 dall'arch. Valessina, secondo la tipologia edilizia della "casa da reddito", comprendente, nei cortili, le pertinenze rustiche. Infatti nel secondo cortile interno, il cortile di servizio, si trovano ampie cantine per la vinificazione, che qui è stata svolta fino alla metà del ‘900, le stalle, il granaio e le rimesse. Il piano nobile del palazzo presenta tre sale con "lambriggi", rivestimenti in legno con cornici e modanature dorate, tipiche dell'arredamento piemontese del XVIII secolo. Al centro dei lambriggi della seconda sala vi sono affreschi, molto importanti per la storia cittadina, risalenti al 1758, anno in cui il conte Cotti di Ceres era proprietario del cavallo che vinse il Palio per la Confraternita dell' Annunziata. Essi raffigurano i fuochi artificiali in Piazza San Secondo e scene del Palio. Per informazioni sull'orario delle visite e sulle manifestazioni che vengono organizzate servirsi del sito. Torre e Palazzo Gazzelli su Wikipedia Palazzo Gazzelli (Q3995650) su Wikidata
  • 44.8990568.19952819 Torre De Regibus, Via Roero angolo Corso Alfieri. La torre di origini duecentesche sorge sull'area che era di proprietà della famiglia Re o De Regibus, nobile famiglia ghibellina dedita al prestito e al commercio a Metz, in Lorena e in Piemonte. Unico esempio di torre ottagonale esistente in città, originariamente alta 39 m, con merlatura ghibellina della cima, attualmente è alta 27 m, a seguito dell'abbattimento, nel ‘700, di tre dei nove piani originari. La torre faceva parte di un complesso difensivo formato da altre due torri: la torre Quartero e una più piccola, la "torretta". Per questo motivo ancora oggi la zona è nota come "angolo dei tre Re". Torre De Regibus su Wikipedia Torre De Regibus (Q3995172) su Wikidata
  • 44.8982788.20438920 Torre Guttuari, Piazza Statuto, angolo Via XX Settembre. La torre sorge sull'attuale piazza Statuto, uno dei più importanti poli mercatali cittadini del medioevo, denominata in origine Piazza dei porci o del fieno o del vino, divenuta Piazza delle Erbe o dell'Ortaglia verso la seconda metà del quattrocento, perché sede del mercato ortofrutticolo. Il Gabiani ne attribuisce la proprietà ai Guttuari, di qui il nome, ma secondo gli studi più recenti del Bera, la torre apparteneva alle famiglie Bertramenghi e Scarampi, già presenti nella zona all'arrivo dei Guttuari. Costruita tra il 1225 e il 1235, presenta una base quadrata di 5,80 m di lato esterno e 4 m di interno. La parte superiore e la merlatura ghibellina risalgono alla fine del XIX secolo, periodo in cui furono anche aperte le finestre rettangolari e fu creato a piano terra il negozio tuttora esistente. La torre ancora oggi è abitata. Torre Guttuari su Wikipedia Torre Guttuari (Q3995194) su Wikidata
Torre Natta
  • 44.9013338.19905621 Torre e Palazzi Natta. La torre è situata in V. Natta all'angolo con V. Milliavacca, nel rione cattedrale, fu costruita probabilmente nel XI secolo con mattoni rossi e divenne proprietà dei Natta solo nel XVII secolo. Lo stile della torre, sebbene mozzata e modificata nel tempo, è gotico ed assieme all'attiguo palazzo doveva essere una casa-forte molto solida. La pianta è un quadrato di 5 m di lato, la canna è liscia e chiusa, ornata da una doppia fascia di fregi a gocce. Il portone di V. Natta risale al rinascimento, mentre quello di V. Milliavacca, sormontato da un arco a conci e mattoni bianco-rosso, conserva le caratteristiche del medioevo astigiano. Atri palazzi della famiglia Natta, con caratteristiche medioevali si trovano in P. Statuto, all'angolo con V. Q. Sella, che nel ‘600 era denominata Contrada delli Signori Natta. In uno di questi palazzi, per 200 anni, prima dello spostamento in V. Testa, si trovavano le Carceri Regie. Torre e Palazzi Natta su Wikipedia Torre e Palazzi Natta (Q3995646) su Wikidata
  • 44.8992228.19952822 Torre Quartero, Via Roero, angolo Corso Alfieri (Di fronte alla Torre De Regibus). Torre costruita nella prima metà del XIII secolo, in stile gotico e a pianta quadrata, è un esempio di torre abitabile. Infatti, secondo gli studi del Bera, nel periodo medioevale era la dimora di Uberto De Regibus. Deriva il suo nome da Lorenzo Quartero, proprietario della costruzione nel XVIII secolo, periodo in cui fu abbassata a livello dei tetti. Torre Quartero su Wikipedia Torre Quartero (Q3995254) su Wikidata
Torre Solaro
  • 44.9000338.20017523 Torre Solaro, Via Giobert, angolo Via Carducci. In origine certamente più alta, è stata erroneamente attribuita dallo storico Gabiani alla potente famiglia guelfa dei Solaro, che in quella zona aveva alcune abitazioni. Al momento è impossibile risalire agli originari proprietari della torre in epoca medievale: secondo Bera, nel XVI secolo la torre e gli edifici adiacenti appartenevano alla famiglia Ponte. Dal punto di vista architettonico, la costruzione risale alla seconda metà del ‘200, in stile gotico. Alla base misura 8,10 metri di lato, presenta una canna quadrata liscia con ai piani superiori finestre monofore. Le due finestre bifore con archi ogivali derivano probabilmente dal restauro "ricostruttivo" del 1932. Torre Solaro su Wikipedia Torre Solaro (Q3995286) su Wikidata
Torre Troyana
  • 44.900948.2044624 Torre Civica (Torre Troyana), Piazza Medici, +39 0141 399489. Biglietto intero 2.50 €, ridotto 1.10 €.. da aprile a ottobre sabato e domenica 10:00-13:00 e 16:00-19:00 (in ottobre 16:00-18:). La torre Troyana o torre dell'Orologio è uno dei simboli di Asti e si trova nei pressi del Palazzo Ducale o Del Governatore, in Piazza Medici. La costruzione risale alla fine del XII secolo e nel ‘200 apparteneva alla famiglia Troya, ricca stirpe di banchieri. La torre è alta 44 m, perfettamente conservata, ed è la più alta torre medioevale del Piemonte. È caratterizzata da tre ordini di eleganti bifore e decorazioni ad archetti in cotto e arenaria. Nel XV secolo divenne torre civica e fu installato l'orologio, presente nella torre comunale di Piazza S. Secondo, crollata nel 1680, che fu protetto con la costruzione del tetto a spiovente e con la guglia adibita a cella campanaria. All'interno, una scala di 190 gradini permette di salire al piano dei merli da cui si gode di una vista completa sulla città e sulle colline circostanti. La campana, che ancora oggi scandisce le ore, risale al XVI secolo ed è una delle più antiche del Piemonte. In passato suonava la chiusura delle botteghe, le punizioni sulla pubblica piazza e, nell'ottocento, la ritirata per la notte e l'apertura delle scuole. La torre, recentemente restaurata, è visitabile su prenotazione telefonica. Torre Troyana su Wikipedia Torre Troyana (Q3995307) su Wikidata
Torre Rossa
  • 44.8985198.19588925 Torre Rossa, Corso Alfieri 424 (Vicino alla chiesa di Santa Caterina). È una delle due torri che costituivano una delle antiche porte romane di accesso alla città. Le sue origini romane si evidenziano nella parte inferiore, realizzata in mattoni cotti, mentre la parte più in alto, composta dagli ultimi due ordini di finestre, è la parte medievale, riconoscibile anche dall'utilizzo alternato di cotto e arenaria, tipico del romanico piemontese. Secondo la tradizione la torre fu la prigione di San Secondo prima del martirio e per tale motivo, una volta persa la sua funzione di porta palatina, è sopravvissuta ed è stata utilizzata nell'XI secolo come torre campanaria della nuova chiesa di San Secondo, detta appunto della Torre Rossa. Risalgono a tale periodo le modifiche, effettuate secondo il gusto del tempo, che ne hanno determinato l'innalzamento: un primo piano, in cotto, probabilmente più antico, con finestre ad arco a tutto sesto e un secondo piano, risalente al XII - XIII secolo, in cotto e arenaria con 8 finestre, aventi all'interno un secondo arco che ne restringe l'apertura. I due piani terminano entrambi con un ordine di archetti. La torre presenta una leggera pendenza dovuta molto probabilmente all'eliminazione delle strutture romane e degli edifici che la circondavano fino agli anni '30. Torre Rossa su Wikipedia Torre Rossa (Q3995261) su Wikidata

Edifici barocchi

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Palazzo Ottolenghi
  • 44.899378.200626 Palazzo Ottolenghi, Corso Vittorio Alfieri, 350, +39 0141 399050. L'attuale edificio è il risultato della ristrutturazione del 1754 ad opera di Benedetto Alfieri, che su incarico del Conte Giuseppe Antonio Gabutti unificò due palazzi contigui, uno già di proprietà della famiglia del Conte Carlo Gabutti di Bestagno e l'altra acquistata dalla famiglia Ramelli di Celle. Nel maggio del 1815, dopo la caduta di Napoleone Bonaparte fu ospite del palazzo papa Pio VII. La camera in cui alloggiò è ancora oggi definita "camera papale". Il nome attuale dell'edificio si deve alla famiglia ebraica più ricca di Asti che ne entrò in possesso nel 1851 e rinnovò completamente il piano nobile, secondo il gusto ell'epoca, aggiungendo decori interni e sovraporte. Nel 1932 la famiglia Ottolenghi lo donò alla città di Asti, che lo destinò a sede della Prefettura. Palazzo Ottolenghi fu per anni la sede del palco delle autorità ed il punto di arrivo della storica Corsa del Palio alla lunga. Ora nel palazzo risiedono alcuni uffici comunali e il salone principale viene utilizzato per convegni e mostre durante manifestazioni culturali. Palazzo Ottolenghi su Wikipedia Palazzo Ottolenghi (Q3890587) su Wikidata
Palazzo Civico
  • 44.8994448.20416727 Palazzo Civico, Piazza San Secondo. Il Palazzo di Città o Palazzo Civico è sede del consiglio comunale della città di Asti, degli uffici del sindaco e del Consiglio del Palio. Le sue origini risalgono al periodo medioevale, anche se oggi si presenta come un edificio barocco, a seguito della ristrutturazione del XVIII secolo ad opera di Benedetto Alfieri. La facciata del palazzo presenta tre ordini di aperture, in cui prevale il blocco centrale, timpani delle finestre con chiavi di volta a mensola provviste di gocciolatoio. Le decorazioni dello scalone risalgono al XX secolo e sono opera di Ottavio Baussano: nel soffitto sono rappresentate quattro personalità famose di Asti: l'architetto Benedetto Alfieri, il commediografo Giovan Giorgio Alione, l'ebanista Giuseppe Maria Bonzanigo e l'ingegnere matematico Alberto Castigliano. Sulle pareti sono riprodotte una carta di Asti tratta dal Theatrum Sabaudiae del 1682, la pianta della città del 1929 e la rappresentazione della città nel XVII secolo con l'antico percorso del Palio alla lunga. Nella sala dei ricevimenti pregevole è il soffitto affrescato da Paolo Arri. Nell'atrio di ingresso si conserva la pietra di paragone per le misure lineari dei mattoni e dei coppi, in uso sul mercato astigiano fino al tardo medioevo. Palazzo di Città (Asti) su Wikipedia Palazzo di Città (Q3891561) su Wikidata
San Michele
  • 44.89868.2005628 Chiesa dell'ex Confraternita di San Michele, Piazza San Martino 4, +39 0141 355699. La chiesa dell'ex Confraternita di San Michele è una chiesa barocca, di dimensioni modeste, ad un'unica navata. Sulla facciata settecentesca, sopra la porta, presenta un fregio raffigurante l'arcangelo Michele. Già luogo di culto cattolico, poi sconsacrata, alla fine del XX secolo è stata restaurata e dal 2000 è diventata la sede dell'Associazione Diavolo Rosso, associazione nata senza scopo di lucro, che offre spettacoli, mostre d'arte, incontri letterari, eventi di raccolta fondi, appuntamenti enogastronomici, di degustazione e promozione di tipicità gastronomiche, destinando il ricavato ad attività e a progetti di solidarietà locali e internazionali. Diavolo Rosso era il nome di battaglia del celebre ciclista astigiano Giovanni Gerbi (1885-1954). La chiesa è aperta, alla sera, dal giovedì alla domenica, ma spesso anche in altri orari e giorni della settimana. Per informazioni e calendario eventi consultare il sito. Chiesa dell'ex Confraternita di San Michele su Wikipedia chiesa dell'ex Confraternita di San Michele (Q3585750) su Wikidata
  • 44.8965368.20039229 Centro Giraudi (ex chiesa di San Giuseppe), Piazza San Giuseppe 1, +39 0141 351874. Trova la sua collocazione nella chiesa di San Giuseppe, edificio barocco del XVII-XVIII secolo, ora sconsacrata. Il Centro organizza mostre, manifestazioni culturali, spettacoli musicali e teatrali. Attualmente è in progetto la realizzazione, in alcuni locali adiacenti, del Museo della Scenotecnica, unico in Italia, con l'obiettivo di insegnare e divulgare l'arte della scenotecnica teatrale. Ex chiesa di San Giuseppe su Wikipedia ex chiesa di San Giuseppe (Q3735829) su Wikidata

Monumenti

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  • 44.8996218.2074530 Monumento a Vittorio Alfieri, Piazza Alfieri. Risalente al 1862.
  • 44.9033558.21435931 Monumento ai caduti, Piazza I maggio. Risalente al 1930.
  • 44.9012798.20880832 Monumento a Federico Cotti di Ceres, Piazza S. Maria Nuova. Risalente al 1855.
  • 44.9007438.20479333 Fontana dell'Acquedotto di Cantarana, Piazza Medici. Risalente al 1908.
  • 44.8255088.23756734 Monumento a Umberto I, Piazza Cairoli. Asti fu la prima città ad erigere una statua equestre in bronzo ad Umberto I, assassinato a Monza circa un anno prima dell'inaugurazione del monumento, avvenuta il 4 ottobre del 1903. La piazza intitolata al re e successivamente ai fratelli Cairoli, ma nota a tutti come "Piazza del Cavallo", venne realizzata assieme al monumento per volere di un comitato presieduto dal conte Leonetti Ottolenghi, che ne pagò le spese. La statua è opera dello scultore Odoardo Tabacchi e fusa in bronzo da Corrado Betta.
  • 44.899378.20160635 Monumento all'Unità d'Italia, Piazza Roma. Risalente al 1898.
  • 44.8991738.20924436 Monumento a Vittorio Emanuele II (Giardini pubblici). Risalente al 1884.
  • 44.9036098.19937637 Monumento a Paolo Lugano - Bersagliere, Piazza Lugano. Risalente al 1986.

Musei

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Interno Sinagoga
  • 44.8994568.20265138 Museo Ebraico, Via Ottolenghi, 8 (Vicino a Piazza Roma), +39 0141 399489, +39 0141 399466, +39 0141 399508, +39 0141 590003, fax: +39 0141 558338, . Visite su prenotazione. La Sinagoga risale al 1600, ma fu ampliata e ristrutturata nel XIX secolo, quando la comunità ebraica presente ad Asti ebbe un notevole ruolo nello sviluppo economico e culturale della città. Nel Museo, allestito nel tempietto invernale, sono conservati argenti, tessuti, oggetti di uso cultuale e non, arredi, libri di preghiera, fotografie, manoscritti e altre testimonianze della presenza ebraica ad Asti. Sinagoga e museo ebraico di Asti su Wikipedia Sinagoga e museo ebraico di Asti (Q962344) su Wikidata
Palazzo Alfieri
  • 44.8990868.1983539 Museo Alfieriano, Corso Alfieri, 375, +39 0141 399489. Il museo ha sede nella casa natale di Vittorio Alfieri (1749-1803), un edificio di origini medioevali, ma ristrutturato in stile barocco dal cugino e tutore del poeta, Benedetto Alfieri. Il museo comprende l'appartamento dello scrittore, con i mobili originali, molti documenti sulla sua attività, incisioni e litografie del XVIII e XIX secolo. Nel palazzo si trovano anche il Centro nazionale di Studi alfieriani e la Fondazione Eugenio Guglielminetti Centro studi teatrali e d'arte figurativa che ospita mostre temporanee. Dopo anni di restauri, il museo alfieriano è nuovamente visitabile. Palazzo Alfieri su Wikipedia Palazzo Alfieri (Q3889525) su Wikidata
Cripta di Sant'Anastasio
  • 44.8994448.240 Cripta e museo di Sant'Anastasio, Corso Alfieri 365/A, +39 0141 437454. Novembre-marzo Mar-Dom: 10:00-13:00;15:00-18:00.Aprile-ottobre Mar-Dom: 10:00-13:00;16:00-19:00. Il complesso si presenta nella duplice veste di sito archeologico e sede museale. Le testimonianze archeologiche, presenti nella parte ovest del museo vanno dal I-II secolo d.C. fino all'inizio del '900. Sono infatti visibili resti di pavimentazione del foro romano,tracce di abitazioni del periodo tardo-antico, tombe risalenti al VII-X secolo, il muro di fondazione della prima chiesa altomedievale di Sant'Anastasio (VII secolo), resti della successiva chiesa romanica (XI secolo) ed una parte del muro perimetrale della chiesa seicentesca barocca demolita nel 1907. La chiesa di Sant'Anastasio faceva parte dell'omonimo monastero femminile benedettino documentato già nel 1008, ma di probabile origine longobarda, che fu per secoli non solo centro di spiritualità, ma potenza economica e politica per suoi vasti possedimenti fondiari e per legami con l'aristocrazia astigiana, da cui provenivano di solito le sue badesse. Nel periodo napoleonico, fu privatizzato e acquistato dai conti Cotti Ceres, che lo donarono, nel 1835, al comune di Asti che lo utilizzò per attività didattiche fino alla demolizione del 1907, quando fu costruito il nuovo liceo classico. Molto suggestiva è la cripta della chiesa risalente al XI-XII secolo, a pianta basilicale con tre navate con volte a crociera, in cui si possono ammirare colonne e capitelli di recupero di età romana e altomedievale. Nella parte est del museo sono conservati elementi lapidei appartenenti al sito di S. Anastasio, pietre cantonali e stemmi provenienti da caseforti e palazzi signorili della città ed altri reperti risalenti prevalentemente al periodo tra VIII e XVI secolo. Cripta e museo di Sant'Anastasio su Wikipedia Cripta e museo di Sant'Anastasio (Q3697254) su Wikidata
Palazzo Mazzetti
  • 44.8993868.20049741 Palazzo Mazzetti e Pinacoteca Civica, Corso Vittorio Alfieri, 357, +39 0141 530403, fax: +39 0141 599678, . variabile a seconda delle mostre. mar - dom, 10.30 – 18.30 (ultimo ingresso ore 17.30). Palazzo Mazzetti deriva il suo nome dalla famiglia Mazzetti di nobili origini, proveniente da Chieri, stabilitasi ad Asti dopo l'acquisto della casaforte dei Turco nel 1442, arricchitasi con l'attività mercantile e di presta denaro e con il diritto di battere moneta, privilegio che mantenne fino 1614. Il palazzo è il risultato dell'accorpamento, a partire dalla fine del XVII secolo, di costruzioni attigue, acquistate via via dalla famiglia. A metà del XVIII secolo l'edificio fu rinnovato da Benedetto Alfieri che realizzò gli ambienti di rappresentanza, la facciata, l'atrio e lo scalone. Attualmente è di proprietà della Cassa di Risparmio di Asti ed ospita il Museo e la Pinacoteca Civica. Al piano cantinato si possono visitare le dispense, la ghiacciaia e l'esposizione archeologica permanente "Souvenir m'en doit". Palazzo Mazzetti su Wikipedia Palazzo Mazzetti (Q3890462) su Wikidata
Museo Risorgimento
  • 44.899378.200642 Museo del Risorgimento, Corso Alfieri 350 (Presso Palazzo Ottolenghi), +39 0141 353072 (Comune Ufficio Musei), +39 0141 399489 (prenotazione). Sab-Dom 10:00-13:00 e 16:00-19:00. Lun-Ven su prenotazione. L'origine del Museo risale al 1898, quando in occasione delle celebrazioni per il cinquantenario dello Statuto Albertino, il conte Leonetto Ottolenghi commissionò ai migliori pittori di quel periodo quadri raffiguranti avvenimenti e personaggi risorgimentali. L'esposizione venne allestita presso l'Alla del Foro Boario in piazza Alfieri, un edificio abbattuto negli anni ‘60 per far posto al palazzo della provincia. Al termine dell'esposizione, i reperti vennero trasferiti nel Palazzo Alfieri, e di qui, dopo la costituzione del Centro Studi Alfieriani, furono spostati presso Palazzo Mazzetti dove rimasero esposti fino al 1984. Dopo anni di archiviazione, in corrispondenza con le celebrazioni per il centocinquantenario dell'Unità d'Italia il 23 marzo 2012 il museo è stato inaugurato, nella sede attuale, con l'alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano. Il Museo presenta opere pittoriche di Pontremoli, Morgari, Cerruti Bauduc, Pittatore, Arri, Badoni, che raffigurano personaggi storici e battaglie dell'epopea risorgimentale, cimeli, collezioni di armi, monete del periodo tra il 1797, anno della repubblica astese, e il 1870, frutto di donazioni di famiglie astigiane. Dalle sale risorgimentali del piano terreno, si scende nel rifugio antiaereo della II Guerra Mondiale dove una coinvolgente proiezione illustra la storia dei rifugi antiaerei e le vicende astigiane del periodo. Nelle sale del primo piano interrato, una serie di pannelli didattici e di vetrine completano la storia della Città nella prima e seconda guerra mondiale. L'allestimento del Museo rivolge una particolare attenzione ai visitatori con disabilità: grazie ad una postazione multimediale e due visivo-tattili viene loro illustrato tutto quanto è visibile ai piani interrati. Museo del Risorgimento (Asti) su Wikipedia museo del Risorgimento di Asti (Q3867921) su Wikidata
  • 44.8988738.19698643 Museo paleontologico Territoriale, Corso Alfieri, 381 (presso il Palazzo del Michelerio, vicino a Palazzo Alfieri.), +39 0141 592091, . Lun-Giov 10:00-16:00. Domenica 10:00-13:00; 15:00-18:00 ora solare,10:00-13:00 16:00-19:00 ora legale. Chiuso venerdì e sabato. Il Museo offre due percorsi: uno che riguarda la paleontologia generale e territoriale inerente agli eventi geologici degli ultimi 25 milioni di anni e un altro che presenta resti scheletrici fossili di cetacei astigiani, balene e delfini, risalenti al Pliocene, tra 5 e 2 milioni di anni fa, quando tutta la Pianura Padana era occupata dal mare. Vi sono reperti sono molto importanti: la Balenottera di Valmontasca (Vigliano d'Asti), la Balena di Portacomaro, la balena "Tersilla" di S. Marzanotto d'Asti e i delfinidi di Belangero e Settime.
  • 44.902978.21360844 Museo archeo-paleontologico, Corso Alfieri 2 (Presso il battistero di San Pietro in Consavia), +39 0141 353072, +39 0141 399489 (Ufficio Musei e prenotazioni), +39 0141 399466 (Ufficio Musei e prenotazioni), +39 0141 399508 (Ufficio Musei e prenotazioni), . Sono possibili solo visite su prenotazione per scolaresche e gruppi. Il Museo è ospitato su due piani. Al piano terreno sono esposti vari fossili, provenienti soprattutto dall'astigiano: conchiglie e resti animali fossilizzati. Al secondo piano vi sono i reperti archeologici: metalli pre-romani, ceramiche greche, magno-greche ed etrusche e molti resti romani, quali vasi e lucerne in terracotta, urne cinerarie, vetri e bronzi. Tra i materiali di provenienza egizia sono esposte due mummie con i relativi sarcofagi e vari oggetti di carattere religioso-funerario.
Museo Diocesano San Giovanni
  • 44.90128.197645 Museo diocesano San Giovanni, +39 0141 592176 ext 56, fax: +39 0141 326941, . Il museo, tuttora in costruzione, sorge in V. Natta 36, sugli spazi del complesso della cattedrale. Il progetto prevede il restauro dei Chiostri dei Canonici, in cui verranno conservati i tesori della cattedrale, il restauro già ultimato della chiesa di San Giovanni, spazio versatile atto ad assolvere varie funzioni, il restauro della torre di Santo Stefano, la valorizzazione dei reperti archeologici emersi nella fase di scavo, la formazione di una ripa, contenente uno spazio che oltre a divenire sito archeologico fungerà da collegamento degli spazi museali. La costruzione della prima soletta di copertura degli spazi ipogei ha consentito la protezione delle strutture archeologiche emerse durante gli scavi e la realizzazione di una prima parte di museo. Gli spazi aperti al pubblico, pari a 700 mq, comprendono l'aula dell'ex chiesa di San Giovanni, la bella cripta sottostante dell'VIII secolo e permettono di vedere una parte del tesoro della Cattedrale e lo splendido coro ligneo di Baldino di Surso (1477). Consistenti ragioni storiche inducono ad affermare che la chiesa di San Giovanni sia stata la prima Cattedrale paleocristiana della diocesi di Asti, risalente al V-VI secolo, ricostruita a tre navate nel IX secolo, probabilmente distrutta nell'incendio del 1070, quando tutta la città fu messa a ferro e fuoco dalla contessa Adelaide di Susa. La chiesa di San Giovanni subì forti rimaneggiamenti nel XV secolo, con l' abbattimento dell'abside e di parte della cripta dell'VIII secolo e la costruzione dell'attuale facciata con ingresso a est. La navata nord della chiesa (insistente sull'attuale via Natta) era crollata già nel XIII secolo, mentre la navata sud fu adibita ad abitazione dei canonici e poi abbattuta nel XVIII secolo. La superstite navata centrale del San Giovanni fu coperta con volte a crociera e decorata poi alla metà del XIX secolo. Quanto rimase della cattedrale di San Giovanni negli ultimi secoli fu adibito a chiesa parrocchiale e poi a teatrino fino ai recenti restauri. Museo diocesano San Giovanni (Asti) su Wikipedia Museo diocesano San Giovanni (Q20967109) su Wikidata
Mosaico Domus Romana
  • 44.8990338.19616146 Domus romana dei Varroni, +39 0141 437454, +39 0141 399489. Si trova al piano seminterrato della casa per anziani "Canuto Borelli" di proprietà comunale, in V. Varrone 30, circa 80 metri a nord rispetto alla porta urbica occidentale, ovvero la Torre Rossa, nella zona del castello dei Varroni. La Domus Romana, risalente alla seconda metà del I secolo d.C, all'epoca costituiva un'abitazione privata, solitamente ad un solo piano, utilizzata dalle famiglie benestanti. Nella pavimentazione in cocciopesto bianco, è presente un pregevole mosaico costruito con la tecnica dell'opus tesselatum abbinato all'opus sectile delimitato da una cornice a spina di pesce più interna ed un'altra, più esterna, con motivo a treccia. Il mosaico a tessere bianche e nere è decorato da figure geometriche in marmo colorato alternate a figure zoomorfe e piante acquatiche. A pochissima distanza si trova anche l'imboccatura di un forno che alimentava il riscaldamento domestico per mezzo di intercapedini nei pavimenti (detto riscaldamento ad "ipocausto"). Su una piccola superficie di muro si vedono tracce dell'antica decorazione che doveva essere molto ricca. L'orientamento dei muri è perpendicolare alla via Fulvia, l'attuale corso Alfieri (l'antico decumano massimo). Altri resti di "domus romane" sono venuti alla luce negli ultimi anni: ad est della domus di via Varrone, sempre in corrispondenza di corso Alfieri, nei locali sotterranei del Palazzo della Rovere di Via Giobert e ancora più ad est, nella zona di via Carducci, presso la torre del Vescovado. Domus romana (Asti) su Wikipedia Domus romana (Q3713404) su Wikidata
Palazzo Mazzola
  • 44.9002788.19666747 Palazzo Mazzola (Archivio Storico del Comune di Asti). Il palazzo è uno dei pochi esempi di architettura rinascimentale ad Asti. Di origini medioevali (XIII secolo), come evidenziano le fondazioni e le tre finestre ogivali che si affacciano in via Buon Pastore), deve il suo attuale aspetto ai lavori compiuti nel 1500. Nel 1710 Filippo Mazzola donò il palazzo all'Opera pia "Buon Pastore", istituto che ospitava bambini e ragazzi abbandonati o in situazioni di povertà e degrado. Dal 1979, con la soppressione dell'Opera pia, il palazzo è diventato sede dell'archivio storico del Comune e conserva importanti documenti del periodo medioevale, il più antico dei quali risale al 947. Sono inoltre presenti documenti relativi al periodo di dominio sabaudo, al periodo napoleonico e alla Restaurazione, oltre a testimonianze di feste, fiere, manifestazioni, censimenti, statistiche varie e gli archivi dei comuni soppressi entrati a far parte del comune di Asti tra la fine del secolo scorso ed il 1929. Palazzo Mazzola su Wikipedia Palazzo Mazzola (Q3890461) su Wikidata
Complesso di San Pietro in Consavia
  • 44.9030568.21361148 Chiesa di San Pietro in Consavia, Corso Alfieri 2, +39 0141 353072, fax: +39 0141 399507, . ingresso gratuito. Novembre-Marzo: Mar-Dom 10:00-13:00; 15:00-18:00. Aprile-Ottobre Mar-Dom 10:00-13:00; 16:00-19:00. La chiesa di San Pietro in Consavia, o Complesso del Battistero di San Pietro risale al XII secolo e fu sede del Priorato Gerosolimitano di Lombardia fino al 1798. Si compone di quattro edifici. La parte più antica è la Rotonda del Santo Sepolcro, copia del luogo santo, nata per rispondere alle esigenze spirituali dei pellegrini che non potevano permettersi un pellegrinaggio in Terra Santa. L'edificio in mattoni e arenaria, esternamente ha un perimetro poligonale, mentre all'interno è a pianta circolare, con un vano centrale circoscritto da otto colonne, con capitelli cubici ad angoli smussati, collegate tra loro da archi a tutto sesto. Fu adibito a battistero solo alla fine del XIII secolo: al centro della Rotonda vi è un fonte battesimale marmoreo di fattura cinquecentesca. A questo primo edificio, si aggiunse tra XIII e XIV, una chiesa composta da tre corpi di fabbrica, disposti ad "U" a formare un chiostro interno, suddiviso in Ospedale dei Pellegrini e Casa Priorale. Nel XV secolo vi fu un nuovo ampliamento con l'aggiunta di un edificio a pianta quadrata sul lato orientale, la cappella di San Pietro in Consavia, detta anche cappella Valperga dal nome del committente, con volta a crociera decorata da un complesso apparato di formelle figurate in cotto, il più ricco esempio di questa tecnica ornamentale conservato ad Asti. Chiesa di San Pietro in Consavia su Wikipedia chiesa di San Pietro in Consavia (Q3671783) su Wikidata
  • 44.9135288.20986149 Museo degli arazzi Scassa (Presso l'Arazzeria Scassa alla Certosa di Valmanera). Arazzeria Scassa su Wikipedia Arazzeria Scassa (Q3621316) su Wikidata

Gallerie d'arte

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Eventi e feste

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Ad Asti vengono organizzati eventi nell'arco di tutto l'anno, alcuni destinati ad una più ampia platea di pubblico, altri più di nicchia, ma comunque vi sono manifestazioni in tutte le stagioni.

In Primavera

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