Palazzo di Mandalay | |
---|---|
Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Località | Mandalay |
Coordinate | 21°59′34.59″N 96°05′45.28″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | Visitabile |
Costruzione | XIX secolo |
Inaugurazione | 1859 |
Ricostruzione | 1991 |
Il Palazzo di Mandalay (IPA: [máɰ̃dəlé náɰ̃dɔ̀]; Birmano: မန္တလေး နန်းတော်) è un edificio situato per l'appunto a Mandalay, storica città della Birmania. Ospitò la sede della Dinastia Konbaung, l'ultima monarchia autoctona a governare la nazione. La sua costruzione fu ultimata nel 1859 durante il regno del sovrano Mindon Min. Distrutto dai bombardamenti degli Alleati al tempo dell'occupazione giapponese della Birmania, fu poi restaurato negli anni '90.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il palazzo fu concepito come residenza per il Re Mindon Min, che salì al trono nel 1852 a seguito della seconda guerra anglo-birmana, avvenuta dopo la sconfitta della Birmania da parte degli inglesi. In quel periodo, la capitale birmana era situata ad Amarapura, città fondata nel 1782. Tuttavia, la lunga storia della città, segnata da intrighi di corte e crudeltà regali, unita alla recente umiliazione derivante dalla sconfitta contro i britannici, convinse il re a trasferire la sua corte in una nuova capitale.[1] Mindon Min aveva ottenuto il trono rovesciando il suo fratellastro disprezzato Re Pagan. In questo contesto decise di rompere definitivamente con il passato e di stabilire una nuova residenza reale in un luogo diverso. Considerando le difficoltà economiche del regno, che limitavano la disponibilità di risorse per la costruzione del palazzo, la maggior parte dei materiali per l'edificio furono ricavati dalle strutture smantellate ad Amarapura, che essendo come già detto la precedente capitale del regno, era dotata di numerosi importanti edifici da cui i birmani poterono attingere.
Il palazzo rimase la residenza ufficiale della famiglia reale fino al 1885, anno in cui Mandalay fu invasa dalle forze britanniche. Dopo l'esilio di Re Thibaw Min (ultimo monarca birmano), il palazzo venne trasformato in una base militare sotto il controllo del governo coloniale; tutti i beni di valore vennero requisiti dalle autorità dell'Impero britannico. La Royal Army continuò a utilizzare il palazzo come quartiere generale fino al 1942, quando l'Esercito imperiale giapponese prese il controllo della città durante le operazioni del Giappone nella seconda guerra mondiale. I nipponici utilizzarono la struttura come centro di immagazzinamento per provviste e munizioni, questo causò il bombardamento da parte degli Alleati che portò alla distruzione del complesso.[2] A fine XX secolo il palazzo fu ricostruito in stile simile a quello originale, sebbene molte decorazioni siano invece andate perdute. Sotto alcuni aspetti, la storia del Palazzo di Mandalay condivide delle somiglianze con quella della Città imperiale di Huế in Vietnam, la quale subì anch'essa molteplici devastazioni e ricostruzioni nel corso dei secoli.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]
Abbastanza simile nella disposizione esterna ad Angkor Wat in Cambogia, il Palazzo di Mandalay è sin dall'origine circondato da un fossato largo 65 metri e da spesse mura difensive lunghe circa 2 chilometri su ogni lato. Mentre Angkor ha un singolo tempio centrale in pietra, la residenza reale birmana è caratterizzata da una moltitudine di edifici in legno, disposti secondo uno schema a griglia ben preciso. È stato sia la casa della famiglia regnante che la sede del governo. Gli alloggi degli ufficiali governativi e dei monaci buddisti si trovavano dislocati tutt'intorno alla piazza centrale, che era invece occupata dai membri della famiglia reale. L'orientamento degli edifici all'interno del palazzo è basato su principi astrologici, con la porta orientale considerata la più onorevole e simbolica, mentre la porta occidentale rappresentava la morte e veniva utilizzata per i cortei funebri. La disposizione delle strutture riflette anche l'idea di un universo ordinato, con la torre principale situata al centro attorno alla quale orbitano gli edifici secondari. La ricostruzione moderna comprende più di 40 edifici in legno edificati per assomigliare agli originali del XIX secolo.
Il complesso include una peculiare torre di avvistamento a spirale con pareti in legno, ma la struttura più sorprendente del palazzo è la torre dorata a più strati (pyatthat) che con i suoi 78 metri svetta sopra la sala del trono principale, simboleggiando la connessione tra cielo e terra. È proprio questo elemento architettonico a dare il soprannome di Palazzo d'Oro alla struttura. La Grande Sala delle Udienze, dove si svolgevano cerimonie ufficiali, era uno degli spazi più significativi del palazzo. Ospitava il Trono del Leone, luogo che rappresentava l'autorità assoluta del re. Il Palazzo fu costruito principalmente in legno di teak, un materiale abbondante in Birmania, noto per la sua grande duttilità e resistenza. Gran parte del teak utilizzato proveniva come già accennato da strutture smantellate presso Amarapura. Questo legno di alta qualità veniva impiegato per la realizzazione di strutture portanti, ma anche per elementi decorativi secondari. Le strutture originali erano abbellite da sculture ornamentali che includevano motivi mitologici, floreali e astrologici, presenti su pareti, travi e pilastri. Questi dettagli non solo avevano un valore estetico, ma anche un significato simbolico, riflettendo le credenze religiose e cosmologiche del regno birmano. Inoltre i tetti ricurvi, tipici della pagoda e delle costruzioni tradizionali birmane, erano progettati per resistere alle condizioni climatiche locali, proteggendo la struttura dalla pioggia e dalle temperature elevate. In aggiunta queste componenti servono a conferire al complesso un aspetto maestoso e spirituale. Con le loro forme eleganti non solo avevano una funzione pratica, ma erano anche simboli della grandiosità del casato regnante, oltre che della sacralità aulica del palazzo reale stesso.[3]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Un palazzo per la nuova capitale, su burmese-buddhas.com.
- ^ Bombardamento distruttivo, su irrawaddy.com.
- ^ Descrizione architettonica, su alluringworld.com.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo di Mandalay